Serie dei Ghiacciai della Tschierva e di Roseg – Compendio

(Antonio Galluccio)

Le didascalie e le fotografie dalla n. 0300 alla 0318 raccontano la storia recente, a partire dagli ultimi decenni del XIX Secolo, del complesso glaciale Roseg-Tschierva, sito sul versante engadinese del Massiccio del Bernina.
Nel corso della Piccola Età Glaciale, la Val Roseg era percorsa da un grande ghiacciaio vallivo in origine dal versante NW svizzero del Massiccio del Bernina e dai suoi satelliti occidentali. La testata orografica vera e propria era occupata dal Ghiacciaio di Roseg, che riceveva un paritetico contributo dal Ghiacciaio de La Sella: le due colate affiancate percorrevano il solco vallivo fino a incontrare, proveniente dalla destra idrografica, l’imponente lingua del Ghiacciaio della Tschierva.
Si veniva così a comporre, con questa unione nel settore distale delle lingue, una unità glaciale di grandi dimensioni e potenza, però costituita da due individui affatto distinti provenienti da bacini viciniori, ma nettamente separati, e di diverse morfologia ed esposizione.
Fin dalla prime rappresentazioni cartografiche, netta è l’identificazione dei due ghiacciai, Tschierva e Roseg/La Sella (quest’ultimo sempre denominato semplicemente Roseg, da cui il nome alla valle), anche se si è di fatto avvallato il concetto di una fronte comune. Ebbene, lo studio delle immagini disponibili, che coprono un arco temporale di circa 170 anni, della cartografia storica, della forma e posizione delle morene deposte mostra una realtà fisica evidente: nessuna fronte comune, la colata del Ghiacciaio della Tschierva, addossandosi con la sua porzione terminale al fianco sinistro della valle, ha sempre sopravanzato quella del Ghiacciaio di Roseg/La Sella, impedendone l’espansione lineare. Il limite più avanzato è sempre stato appannaggio del Ghiacciaio della Tschierva.
Il che significa che la serie storica delle misure elvetiche, per il periodo 1881-1935/43 (raccordato alle morene del 1855), è da riferirsi alle variazioni frontali della Tschierva e non del Roseg/La Sella. Il sito di GLAMOS, che pubblica e rende fruibili i dati, nella scheda del Ghiacciaio della Tschierva così si esprime in merito a questa questione: “dal 1943, la lunghezza del ghiacciaio viene misurata annualmente. Prima di allora, la lingua si fondeva con quella del Vadret da Roseg. I dati sulla lunghezza prima del 1943 si trovano sotto il nome di quest’ultimo ghiacciaio”.
In realtà, le due lingue non si sono mai fuse (evento non reale per le colate vallive) ma soprattutto, come detto, la fronte era una sola, quella della Tschierva. Negli posizioni più avanzate degli anni ottocenteschi si rinveniva solo un breve affiancamento in sinistra idrografica, che però non raggiungeva il limite esterno. Inoltre si riscontra una discrepanza tra le fonti in merito alla data di separazione delle due colate: 1934 per Bachmann, 1943/44 per GLAMOS. Una immagine del 1935 (vedi foto 0313), se la datazione è corretta, acclara il primo. Per le considerazioni di cui sopra si è ritenuto utile proporre una revisione delle misure frontali dei due ghiacciai.

Per il Ghiacciaio della Tschierva:

  • 1855-1881: regresso – 315 m;
  • 1881-1894: stazionarietà (dato un poco dubbio);
  • 1894-1898: progresso: + 25 m;
  • 1898-1913: ritiro: – 294 m;
  • 1913-1920: progresso: + 125 m (+ 56 m nel solo 1916-17);
  • 1920-1967: ritiro: – 1155 m;
  • 1967-1987: progresso: + 239 m (+ 48 m nel biennio 1979-1981);
  • 1987-2023: ritiro: – 1229 m (- 162 m nel biennio 2012-2014).

Il dato pubblicato di un ritiro di 1896 m nel periodo 1934-2022 diviene così 2604 m per l’intera serie storica 1855-2022. Di incerto significato il progresso di 30 m rilevato nel 2017-2018. Da segnalare il forte incremento dei ritmi di contrazione dopo il 1987 e fino all’oggi (- 47 m/anno).

Per il Ghiacciaio di Roseg:

  • 1934-2000: – 1778 m (periodi di maggior regresso: 1948-1958: – 474 m; 1970-1979: – 284 m, con – 114 m nel solo 1973-1974; 1992-2000: – 391 m);
  • 2000-2018: – 1809 m: (nel 2010-2011 si registra un arretramento fuori scala di 1305 m, dovuto all’abbandono di ghiaccio morto a valle della balza rocciosa sulla quale è ora posizionata la fronte).

Il dato pubblicato di un ritiro di 4273 m tra il 1855 e il 2018 diviene così di 3587 m nel periodo 1934-2018.
Questa unità, dunque, non ha mai mostrato periodi significativi di progresso, se non solo un probabile rimpinguamento di spessore nei primi Anni Venti e Anni Trenta del XX Secolo (vedi foto 0310 e 0312) e un + 13 m nel 1975-1976.
A margine si segnala che, all’osservazione satellitare odierna (Google Earth, 2022), è il Ghiacciaio de la Sella a costituire la parte meglio conservata del complesso glaciale originario della testata della Val Roseg.
Il fatto di attribuire al Ghiacciaio di Roseg/La Sella i primi 80 anni di variazione del Ghiacciaio della Tschierva è curioso e ha ricevuto il citato chiarimento nel sito di GLAMOS. Una spiegazione ulteriore, ipotetica, per il mantenimento del nome Roseg al ghiacciaio vallivo a bacini composti che occupava la vallata può essere forse trovata nella percezione popolare e nella toponomastica che sovente ne deriva, soprattutto nei territori montani: vista dai pressi di Pontresina, la Val Roseg mostra infatti la testata del ghiacciaio omonimo, mentre l’alto, triplice bacino Piz Bernina-Piz Scerscen-Piz Roseg, che genera il Ghiacciaio della Tschierva, non è apprezzabile. Per tre secoli, dunque, la lunga colata valliva del Ghiacciaio di Roseg è stato il panorama: anche se la sua fronte era in realtà costituita da quella della Tschierva.
Dallo studio delle variazioni dei ghiacciai di Tschierva e Roseg succedutesi negli ultimi 170 anni si può dedurre che il primo ha mostrato una maggior reattività alle variazioni di bilancio di accumulo-ablazione, soprattutto nelle 3 fasi favorevoli identificate (Anni Novanta del XIX Secolo, Anni Venti e Settanta-Primi Ottanta del XX Secolo). Fatto almeno in parte spiegabile con le differenze morfologiche e di giacitura delle colate: il Ghiacciaio di Tschierva aveva una più accentuata pendenza media e drenava il bacino glaciale sotteso alle più alte vette del massiccio, che raggiungono o sfiorano i 4000 m di quota. Il Ghiacciaio di Roseg/La Sella era caratterizzato da una lingua valliva più lunga e sub-pianeggiante e da una quota media del bacino di accumulo più bassa di quasi circa 300 m. Va però ricordato che il Ghiacciaio di Roseg ha spento i propri possibili progressi contro il gigantesco argine morenico sinistro della Tschierva.
Il ritiro della parte valliva del Ghiacciaio di Roseg ha portato alla formazione e al progressivo incremento volumetrico di un grande lago di sbarramento glaciale (Lej da Vadret, oggi lungo oltre 1800 m), la cui sponda a valle era costituita dalla morena laterale sinistra del Ghiacciaio della Tschierva. La presenza dello specchio d’acqua mitiga il clima locale e contribuisce ad accelerare il regresso del ghiacciaio.
In ultimo, si segnala la colossale frana che, in origine dal versante Nord del Piz Scerscen, il 14 aprile del 2024 ha occupato il letto dell’antico ghiacciaio, all’interno delle morene storiche, e ha raggiunto con il fronte detritico le posizioni del massimo glaciale ottocentesco qui documentato. La massa di roccia e ghiaccio è stimabile in oltre 4 milioni di metri cubi (informazione privata di Riccardo Scotti), anche se la stima ufficiale si ferma a 1 milione.

I dati citati sono tratti da GLAMOS-CH-The Swiss Glacier 1880-2020/21, Glaciological Reports n. 1-142, Criosphere Commission (SCHAT).


Qui puoi vedere la serie completa delle immagini della monografia Tschierva-Roseg

I commenti sono chiusi.