Serie del Ghiacciaio di Palü – Compendio

(Antonio Galluccio)

Grazie alla libera fruibilità dell’archivio fotografico della ETH Bibliothek di Zurigo, e ad altre fonti iconografiche, è stato possibile comporre la presente monografia relativa al Ghiacciaio di Palü, illustrata dalle immagini numerate da 0400 a 0419.
Questo ghiacciaio, che percorreva con una lingua di oltre 2 km la valle di Alp Palü, sul versante orientale del Massiccio del Bernina, è uno dei più osservati dell’intero Arco Alpino, costituendo lo sfondo paesaggistico di un buon tratto della Ferrovia Retica, inaugurata nel 1910, e in particolare della stazione denominata Alpe Grüm (foto 0414).
Nel libro I ghiacciai della Lombardia, (redatto dal Servizio Glaciologico Lombardo per i tipi di Hoepli Editore, Milano, 2012), appare per la prima volta la dicitura Ghiacciaio di Fellaria-Palü, atta a sottolineare una realtà fisica e geografica evidente: il Ghiacciaio di Palü è una effluenza del vasto pianoro glaciale di Fellaria, e costituisce, assieme ai due omonimi ghiacciai del versante italiano, uno dei maggiori apparati delle Alpi. Il confine politico tra Italia a Confederazione Elvetica ha di fatto contribuito a imporre la precedente ripartizione, fortificata anche dall’imponenza della grande lingua valliva del Palü, oggi scomparsa. Va detto che due settori sommitali di questa effluenza non erano parte del descritto corpo glaciale d’origine: la porzione posta a Nord del Piz Varuna, ancora confluente nella odierna colata, e quella a meridione del Piz Cambrena, da lungo tempo ridotta a un ghiacciaio di secondo ordine autonomo.
Le misure frontali eseguite dagli studiosi elvetici iniziano nel 1894, mentre tre delle fotografie disponibili coprono anche il trentennio precedente. Si è qui provato a indagare, in particolare, proprio questo periodo di tempo, storicamente assunto alla fase di ritiro generalizzato dei ghiacciai alpini dopo il 1850, ultimo massimo glaciale della PEG. Nell’ambito di questo indubbio trend, l’analisi di dettaglio delle immagini, che consente il posizionamento cartografico della fronte nelle diverse date (vedi rilievo e didascalia 0400), ha consentito di ricostruire almeno una possibile ma molto probabile breve fase di progresso della colata nel periodo fine Anni Ottanta-primi Novanta dell’800.
In un riepilogo complessivo, si segnalano:

  • Anni Sessanta-Settanta del XIX Secolo: ritiro e ridimensionamento consistenti della lingua;
  • Anni Ottanta-primi Novanta del XIX Secolo: possibile avanzata (mancano dati di variazione lineare;
  • 1894-1916: ritiro: – 344 m;
  • 1916-1921/22: avanzata: + 128 m;
  • 1921-1928: sostanziale stazionarietà lineare;
  • 1933 e il 1955: ritiro: – 556 m (in questo lasso di tempo non furono eseguiti controlli intermedi verosimilmente perché la fronte stava risalendo il salto roccioso inferiore e le misure erano divenute impossibili o pericolose);
  • 1969-1986: avanzata: + 164 m;
  • 1986-2000: ritiro: – 170 m;
  • 2002-2010: sostanziale stazionarietà lineare:- 55 m
  • 2010-2023: ritiro: – 258 m.

Il maggior ritiro medio annuo si ha nel periodo 1906-1916 con – 30 m.
L’indubbio valore di questa mirabile serie di misure trova però qualche incertezza a una revisione del dato di ritiro di – 1369 m pubblicato su GLAMOS relativo all’intero periodo 1894-2023: utilizzando le evidenze di terreno (morene deposte) e le immagini terrestri e satellitari, il metodo cartografico segna circa – 1900 m, mentre il telerilevamento – 2300 m. Molte le cause possibili di tale discrepanza: una è quella del mancato raccordo con misure precedenti che abbiamo riscontrato in alcune annate della serie, mentre un’altra può forse riferirsi al periodo critico 1933-1955.

Fonte dei dati: GLAMOS-CH-The Swiss Glacier, Criosphere Commission (SCHAT).


Qui puoi vedere la serie completa delle immagini della monografia Palü-Fellaria 

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